
I giorni lunghissimi della nostra infanzia - la nostra recensione
Una voce nuova, incredibile, del panorama letterario americano. L'autore, nato in Vietnam nel 1988, ma emigrato a 2 anni negli Stati Uniti, si rivolge con una lunga lettera alla madre, in una lingua, l'inglese, che la madre non ha mai voluto imparare. Ricostruisce la vita della sua famiglia, segnata dalla guerra prima, dall'emigrazione poi, da una problematica integrazione, dal difficile rapporto con i suoi coetanei che lo prendono di mira per la sua diversità. Un libro sulla forza di raccontarsi per riscattare il silenzio di non essere ascoltati, un romanzo che parla di differenze e identità, di un legame profondo d'amore tra un figlio e una madre. "Quella notte mi sono ripromesso che non sarei mai stato di nuovo senza parole quando avresti avuto bisogno che parlassi per te. Ecco com'è iniziata la mia carriera da interprete ufficiale della famiglia. Da quel momento in poi avrei riempito i nostri vuoti, i nostri silenzi, i balbetti, tutte le volte che avrei potuto. Mi sono spogliato della nostra lingua e ho indossato il mio inglese come una maschera in modo che gli altri potessero vedere il mio viso, e così anche il tuo."
prezzo di copertina: 18 €
di Petro Menendez Salmon
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