I giorni lunghissimi della nostra infanzia - la nostra recensione
Dalla copertina uno sguardo di fuoco ci inchioda alle nostre responsabilità di adulti. Questa sono io, sembra dirci, mi avete sballottata come un pacchetto, avete fatto di me una senza casa, senza amore, senza infanzia. Mi avete tolto gli affetti, le certezze, mi avete raccontato la più grande delle bugie, mi avete tolto l’identità. Chi sono, a quale futuro ho diritto?
L’Arminuta (la ritornata, in dialetto abruzzese) è una ragazzina di tredici anni che alla fine dell’estate del 1975 viene restituita, senza una spiegazione, dai genitori “adottivi” alla famiglia d’appartenenza. Scopre così di non essere figlia “di…” (la madre del mare), ma “di…” (la madre naturale) e questo secondo ”di…” è carico di miseria e fatica, di fratelli più o meno disgraziati e affamati, di privazioni e ignoranza. La ricerca di un perché, l’affetto per la sorella minore Adriana, ragazzina spiccia e saggia, gli sguardi da uomo di Vincenzo, il fratello grande e ribelle. Nessuno dice, nessuno spiega e il vuoto si tinge d’insonnie, di incubi e di sensi di colpa; fino alla semplice e crudele verità che ci deve far riflettere sulle nostre responsabilità di adulti incapaci e capricciosi.
prezzo di copertina: 17,50 €
di Roberto Piumini
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